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Saturday 19 December 2009

Il vertice si conclude con una "presa d'atto"! I paesi poveri in rivolta: "il solito teatrino"

C'è un accordo. Ma è di facciata. Dopo una lunga notte di scontri, dichiarazioni e grandi dormite di molti esausti delegati, alle 3:30 di questa mattina si è deciso di non mettere ai voti ogni punto, come prassi vuole, ma di esprimere un poco vincolante "prendere atto". Tale forma non impegna nessun paese ed è solo la conferma che quanto accaduto a Copenaghen in questi travagliatissimi giorni è stato registrato. Senza obblighi. Senza sanzioni. Senza limiti. Il testo che da molto tempo circola è una revisione della bozza presentata dalla danimarca (a quanto pare sotto la spinta USA) con delle piccole modifiche apportate solo ieri dall'incontro a porte chiuse tenuto da Obama con i Primi Ministri della Cina, del Sud Africa e dell'India. Un tentativo, quello di Obama, di non far completamente fallire il vertice ma, allo stesso tempo, di non assumere (viste anche le stallo delle politiche interne) un impegno vincolate. Aspetto che nella discussione di questa notte ha visto la forte opposizione dei piccoli stati, con l'arcipelago di Tuvalu in testa che ha dichiarato "così uccidete la nostra gente". Il più agguerrito, come per altro già nelle ultime settimane, è stato il delegato Sudanese, rappresentante del G77, Lumumba che ha definito un simile modo di agire "paragonabile ad un olocausto dove la nostra gente sarà destinata all'incenerimento".

Un acccordo, quinti, che non è un accordo. Una presa visione di atti che altri avevano da tempo previsto. Già dal vertice a 2 USA-Cina era emersa la volontà di un accordo politico, che in effetti c'è stato. Risultato rilevante poichè l'ammissione del problema da parte degli USA e l'apertura di un tavolo negoziale con India e Cina sono grandi passi in avanti. Ma non sufficienti a scongiurare il problema. Così si rimanda per l'ennesima volta un impegno vincolante e si temporeggi concedendo ai mutamenti climatici un ulteriore possibilità di intensificare gli effetti. Questo "Accordo di Copenhagen", alla fin dei conti, nulla impegna e nulla impone. Un foglio di carta pieno di tante parole, quelle stesse parole che Obama aveva dichiarato esaurite per lasciar spazio ai fatti, solo poche ore prima. Il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, per tentare di salvare il vertice o forse la faccia, vista la sua completa mancanza di peso in ambiente internazionale, ha dichiarato subito dopo la "presa d'atto", che"in poco tempo renderemo vincolante l'accordo". Ciò che spaventa è "il poco tempo"!


Nelle prossime ore formiremo su questo blog i dettagli e l'analisi sui punti dell'accordo non vincolante pattuito.

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