The Net of Life

The Net of Life is a network to promote the development of the idea of connection among all living creatures and between them and the environment

Tuesday 22 December 2009

I capodogli spiaggiati del gargano vittime della nostra ipocrisia

Siamo già tutti pronti a sfoggiare il regalo per Natale. Un anello, un computer, una sciarpa o un bel libro. Siamo un po' tutti (forse) dispiaciuti dell'esito del vertice di Copenaghen, che invece di portare un lieto regalo sotto l'albero del mondo ci ha consegnato il solito pacco! Siamo tutti (forse) affranti dalla notizia della morte dei nove capodogli spiggiati sulla costa del gargano nei giorni scorsi. Talmente affranti da aver letto con apprensione delle sorti dei cetacei, esserci avvicinati per vederli morenti, aver inviato e-mail con la notizia ad amici e parenti, esserci informati sul perchè. Talmente preoccupati, però, da non accorgerci che la causa della morte di questi giganti che ancora, coraggiosamente, continuano a vivevere nel nostro Mediterraneo-pattumiera, sono è la nostra stessa ipocrisia. Quella che ci porta a dispiacerci di loro e che, allo stesso tempo, ci fa comprare oggetti (ed a Natale c'è l'apoteosi) confezionati in sacchetti di plastica, trasportati in buste di plastica e smaltiti a casaccio, al mare, in discarica, per strada. La causa di morte di quei capodogli, che come un messaggio del Canto di Natale dickensoniano, ci ricordano il vero senso delle azioni che per tutto il resto dell'anno compiamo, è stata la massiccia ingestione di plastica e rifiuti. A questo si è aggiunto il disorientamento a causa di quell'incredibile via vai di merci e di beni su nave (ma non sono da meno gli altri mezzi di trasporto, in quanto a danni) i cui radar spesso fanno sbagliar rotta a queste splendide creature.
Ma se davvero ci sentiamo dispiaciuti per quanto accaduto, iniziamo a non acquistare più sacchetti ed imballaggi di plastica che, inevitabilmente, finiscono nello stomaco di qualche animale o nell'acqua che noi stessi beviamo. Iniziamo a fare la spesa con i sacchi in tela ed una raccolta differenziata attenta e meticolosa. Evitiamo di acquistare prodotti realizzati oltreoceano ed allora davvero potremo sentirci sentitamente dispiaciuti. Perchè a Natale si è tutti più buoni ma, forse sarebbe meglio essere tutti meno ipocriti. Se davvero teniamo alla Vita, e ci fa tanta tristezza vedere delle meravigliose anime patire le pene per aver ingerito sacchi in plastica, retine, cellophane, scambiandoli per succulenti calamari e ci fa rabbia non poter far nulla per salvarli, smettiamo di essere noi la causa di questo lento massacro, non solo di animali con un cervello dieci volte più grande del nostro, ma di una Terra mille volte, e mille ancora, violentata dal nostro indifferente agire. A Natale prendiamoci un minuto per pensare...
Buon Natale a tutti, con l'augurio di un Nuovo Anno in armonia con la natura.

Roberto Cazzolla

Sunday 20 December 2009

Ma cosa è accaduto davvero a Copenaghen?

Ecco come sono andate le cose durante l'ultima COP/CMP. Molto di quanto accaduto non è stato riportato dai giornali e dalle TV:

http://www8.cop15.meta-fusion.com/kongresse/cop15/templ/play.php?id_kongressmain=1&theme=unfccc&id_kongresssession=2761

Saturday 19 December 2009

Ecco i dettagli dell'Accordo di Copenaghen. Ma, non tutti sono disposti alla firma

Mentre continuano le discussioni nell'aula plenaria del Bella Center, dove i paesi poveri stanno esprimendo il loro disappunto per il risultato del summit, si scoprono i dettagli dell'Accordo.
Il primo punto è un tetto massimo di riduzione a 2°C dell'innalzamento delle temperature medie globali ed una revisione al 2016 per un'eventuale limitazione a 1,5°C. Sul piano finanziario un impegno per i paesi sviluppati a fornire un contributo di 30 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo per le misure di adattamento, nel periodo 2010-2012. Con l'impegno di un contributo di 100 miliardi di dollari al 2020. L'impegno per i paesi sviluppati a ridurre dell'80% le emissioni al 2050, mentre gli impegni a breve termine saranono stabiliti successivamente. Le misure nazionali di mitigazione saranno sottoposte a controllo internazionale e le misure di mitigazione saranno rendicontate ogni due anni.

Buoni punti di partenza, se prevedessero misure legali e vincoli sanzionatori. Invece, nella forma di "prendiamo atto dell'Accordo di Copenaghen" (frase che ha concluso il negoziato della COP), perde della sua rilevanza.
Sono in corso ancora le dichiarazioni di alcuni delegati, a dir poco "arrabbiati". Secondo le ONG si tratta di un fallimento. L'UE lo definisce l'unico accordo possibile da prendere a Copenaghe anche se molto sotto le iniziali aspettative. Il segretario dell'UNFCCC Yvo de Boer, lo ha definito un piccolo passo in avanti anche se, si chiede, quanti paesi in via di sviluppo saranno disposti a firmare questo blando accordo?

Il vertice si conclude con una "presa d'atto"! I paesi poveri in rivolta: "il solito teatrino"

C'è un accordo. Ma è di facciata. Dopo una lunga notte di scontri, dichiarazioni e grandi dormite di molti esausti delegati, alle 3:30 di questa mattina si è deciso di non mettere ai voti ogni punto, come prassi vuole, ma di esprimere un poco vincolante "prendere atto". Tale forma non impegna nessun paese ed è solo la conferma che quanto accaduto a Copenaghen in questi travagliatissimi giorni è stato registrato. Senza obblighi. Senza sanzioni. Senza limiti. Il testo che da molto tempo circola è una revisione della bozza presentata dalla danimarca (a quanto pare sotto la spinta USA) con delle piccole modifiche apportate solo ieri dall'incontro a porte chiuse tenuto da Obama con i Primi Ministri della Cina, del Sud Africa e dell'India. Un tentativo, quello di Obama, di non far completamente fallire il vertice ma, allo stesso tempo, di non assumere (viste anche le stallo delle politiche interne) un impegno vincolate. Aspetto che nella discussione di questa notte ha visto la forte opposizione dei piccoli stati, con l'arcipelago di Tuvalu in testa che ha dichiarato "così uccidete la nostra gente". Il più agguerrito, come per altro già nelle ultime settimane, è stato il delegato Sudanese, rappresentante del G77, Lumumba che ha definito un simile modo di agire "paragonabile ad un olocausto dove la nostra gente sarà destinata all'incenerimento".

Un acccordo, quinti, che non è un accordo. Una presa visione di atti che altri avevano da tempo previsto. Già dal vertice a 2 USA-Cina era emersa la volontà di un accordo politico, che in effetti c'è stato. Risultato rilevante poichè l'ammissione del problema da parte degli USA e l'apertura di un tavolo negoziale con India e Cina sono grandi passi in avanti. Ma non sufficienti a scongiurare il problema. Così si rimanda per l'ennesima volta un impegno vincolante e si temporeggi concedendo ai mutamenti climatici un ulteriore possibilità di intensificare gli effetti. Questo "Accordo di Copenhagen", alla fin dei conti, nulla impegna e nulla impone. Un foglio di carta pieno di tante parole, quelle stesse parole che Obama aveva dichiarato esaurite per lasciar spazio ai fatti, solo poche ore prima. Il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon, per tentare di salvare il vertice o forse la faccia, vista la sua completa mancanza di peso in ambiente internazionale, ha dichiarato subito dopo la "presa d'atto", che"in poco tempo renderemo vincolante l'accordo". Ciò che spaventa è "il poco tempo"!


Nelle prossime ore formiremo su questo blog i dettagli e l'analisi sui punti dell'accordo non vincolante pattuito.

Friday 18 December 2009

Un accordo c'è ma, sembra debole. Non si conoscono ancora i dettagli.

Un accordo sembra ci sia stato, almeno stando a quanto dichiarato da un delegato USA. L'accordo raggiunto in serata tra Stati Uniti, Cina, India e Sud Africa, sembra però non soddisfare a pieno nessun paese, come confermato dal delegato. Si tratterebbe di un impegno a mantenere le temperature sotto i 2°C di innalzamento, sui meccanismi finanziari e sul taglio delle emissioni. Sembra che le parti si siano accordate sulla realizzazione di un registro delle emissioni e sulle "comunicazioni nazionali di queste". A gennaio, pare sia stata fissato un nuovo appuntamento per formalizzare gli obiettivi al 2020. Ma i dettagli dell'accordo ancora non si conoscono visto che la riunione dei capi di stato si è tenuta a porte chiuse, senza possibilità di accesso per televisioni, giornalisti e rappresentanti delle ONGs.

Dalla conferenza dell'UE e dalla riunione plenaria della COP prevista a breve, si scopriranno nuovi particolari.

In corso le dichiarazioni dei Capi di Stato - Obama: ora é tempo di agire!

Si stanno succedendo come al gran ballo di fine anno i Primi Ministri dei vari paesi. Dopo l'introduzione del Presidente danese e della COP, Rasmussen e la preghiera di un raggiungimento degli obiettivi dal sempre meno rilevante in campo internazionale, Direttore Generale dell'ONU Ban Ky-moon, molto attesi sono stati i discorsi del Premier Cinese Wen Jabao e di quello Americano, Obama. Il primo ha ribadito quanto la Cina sia impegnata ad agire per migliorare la situazione climatica adottando un piano nazionale per il Climate Change, come la riduzione delle emissioni e l'efficienza energetica. Il Premier cinese ha poi chiaramente ribadito la necessita del vertice di mantenere la consistenza degli obiettivi e di non sprecare il lavoro fatto in queste due settimane, sottolineando come deve sempre sussistere il principio delle comuni ma differenziate responsabilitá. Ha chiuso dicendo"saremo coinvolti nel raggiungimento dei pieni obiettivi del summit".

Obama, accolto con grande entusiasmo, ha subito sgomberato il campo dalle precedenti visioni del suo predecessore dichiarando: "Il pericolo dei mutamenti climatici é reale, non si tratta di fiction. E' scienza! E' a rischio la sicurezza del mondo, dell'economia e dell''umanitá. Qui non é in dubbio il problema in se ma la nostra abilitá di azione. Si é perso molto tempo, decenni, ed ora non é piú tempo di parlare ma di agire! Ci prendiamo le nostre responsabilitá come paese a maggior emissioni eci stiamo muovendo verso una legislazione nazionale per l'energia rinnovabile. Ma tutti devono fare la propria parte. Tutti devono ridurre le loro emissioni secondo il principio dei reciproci obblighi e noi, paesi richhi, dobbiamo prevedere misure finanziarie per i paesi piú poveri. Abbiamo giá previsto un fondo di 10 miliardi di dollari per i prossimi 3 anni e di 100 miliardi di dollari al 2020. Ora ha sentenziato the time for talk is over!, potremmo decidere di posticipare le decisioni di un mese, un anno, un decennio e richieremmo ancora di piú. Oppure dobbiamo capire che non c'é piú tempo da perdere. Siamo qui per farlo!".

Il discorso é stato accolto con favore ma, anche con lo scetticismo che annunci troppo generali e privi di impegni concreti spesso genera.

Il Presidente del Brasile, Lula ha tenuto a precisare che "non ha senso firmare un trattato che non risolve il problema e non é frutto di una buona negoziazione. Solo un miracolo puó portare ad un accordo. Ma io credo nei miracoli. Siamo qui ed abbiamo ancora qualche ora pre provare ad indirizzare le due bozze che i gruppi di lavoro stanno preparando per uscire da questo summit con un risultato insperato. Abbiamo la possibilitá e dobbiamo provarci".

Discorsi e posizioni che erano ben note prima del verice e che lasciano molto confusi sul risultato finale del summit. I due AWG sono ancora riuniti e stanno tentando il tutto per tutto per recuperare dal ritardo nella formulazione delle proposte, che nel tardo pomeriggio saranno portate al voto dei premier. Intanto i discorsi continuano ma, come ha con un'iperbole del lessico sentenziato Obama: This is not the time to talk but to act! Il Pianeta, con apprensione risponde: "I hope!".

Oggi l'ultimo atto per salvare la Terra

E' l'ultimo giorno di vertice sul clima. Forse quello piú importante, in cui i Capi di stato di quasi duecento Paesi si incontreranno per negoziare la bozza di testo (due distinte, secondo quanto dichiarato ieri dal presidente Rasmussen) che potrebbe costituire il nuovo accordo sul clima.
I due gruppi di lavoro (AWG) stanno, dopo una lunga notte di revisioni, ancora definendo gli ultimi dettagli "per mettere tutti d'accordo". Il clima sembra piú disteso dopo le dure polemiche di mercoledí e le manifestazioni di protesta in tutto il mondo. Gli interventi diplomatici di molti delegati, rappresentanti della societá civile e Primi Ministri sembra aver ridato speranza in un successo finale. E' prevista per le 12 la prima sessione di negoziazione della COP, che potrebbe prolungarsi sino a notte inoltrata (come accaduto a Kyoto, quando l'accordo fu preso ben 12 ore dopo la fine del summit). La speranza é l'ultima a morire!

Thursday 17 December 2009

Torna il sereno dopo la tempesta di ieri

Un raggio di luce ha attraversato il Bella Center questa mattina. Dopo la chiusura nella tarda serata di ieri (23:30) dell'AWG-LCA e l'impegno del vice presidente della COP di portare all'attenzione del presidente Rasmussen le perplessitá sollevate da numerosi paesi (India, Cina, G77, Brasile, etc.) in merito a chiarezza, ottimizzazione dei tempi e trasparena nei negoziati, la Plenaria della COP si é chiusa con gli animi piú sereni. Voci di corridoio di molti delegati invitavano a "dormirci su" e "tornare domani rinvigoriti e rasserenati". Cosa che in realtá é avvenuta.

Questa mattina, infatti, durante la nuova sessione dell'AWG-LCA, grazie alla perfetta negoziatione di molti delegati e del presidente danese e dell'ex presidente della COP, Heddeggard, le parti si sono accordate sulla presentazione di due testi separati al vertice dei capi di stato ed ad una revisione negoziale delle bozze, inserendo elementi comuni per il futuro. Anche il rappresentante del Sudan e del G77, Lumumba, ha alla fine convenuto ed approvato la decisione del Presidente, con grande commozione della Heddeggard per l'importantissimo passo in avanti.

Ora, mentre proseguono i discorsi dei presidenti (all'unisono, almeno stando alle loro dichiarazioni, decisi a contrastare i mutamenti climatici), nel pomeriggio si svolgeranno quelle che sono le due piú importanti riunioni degli Ad hoc Working Group, che dovranno "partorire" i due testi definitivi sui quali i Capi di Governo discuteranno domani.

Wednesday 16 December 2009

Rasmussen prende la Presidenza - Ancora caos durante la COP


Dopo le continue riprese e sospensioni delle sedute di questo pomeriggio, la presidenza della COP è stata assunta direttamente dal Primo Ministro danese, Rasmussen che ha preso il posto di Ms. Heddeggard. Tale avvicendamento ha contribuito ad inasprire gli animi dei delegati di Cina, India e Brasile che hanno continuato a chiedere chiarimenti sul comportamento tenuto durante il summit dei giorni scorsi e sull'assenza delo testo negoziato sino a quel momento nell'ambito dell'AWG-LCA. La bozza danese che continua a circolare ed il repentino cambio di presidenza non sono stati accolti con favore. La COP-AWG è ripresa dopo oltre due ore di sospensione nel primo pomeriggio, prima di essere nuovamente sospesa pochi minuti fa. La situazione sul fronte dei gruppi di lavoro Ad hoc si fa molto complicata e rischia di veder fallire il tentativo di presentare un documentio unitario, frutto di un accordo, al vertice dei capi di governo del 18.
Intanto i vari Primi Ministri si stanno avvicendando con i loro discorsi preliminari. Molti applausi (quasi due minuti) ha ricevuto il ministro Svedese, rappresentante in carica dell'UE, che ha richiamato tutti ad un raggiungimento degli obiettivi e alla realizzazione di un trattato che salvi il pianeta. Il rappresentante UE ha richiamato tutte le parti ad agire concretamente come fatto dall'Europa con i contributi di 7,2 miliardi di Euro ai PVS, l'obiettivo di riduzione del 30% al 2020 (rispetto al 1990) e le politiche di mitigazione ed adattamento.
Anche il Premier Senegalese è stato molto applaudito per il suo accorato appello a prendersi cura della Terra e delle popolazioni più povere che la abitano e che sono le più colpite dal climate change.
Ovazioni per Evo Morales che con il suo solito carisma latino americano ha parlato per quasi mezz'ora citando frasi di Cristo, Marx, filosofi francesi e sudamericani. Ha poi con grande decisione accusato Obama di non meritare il Premio Nobel per aver inviato nuove truppe in Afganistan e sentenziato: "Se il clima fosse una banca, l'avrebbero già salvato".
Si attende la ripresa dell'AWG-LCA che potrebbe proseguire i lavori per poter raggiungere una bozza definitiva sino a tarda notte, prima degli ultimi due giorni di intense trattative.
Per le strade di Copenaghen ci sono state nuove manifestazioni con alcuni attivisti fermati dalla polizia, mentre tentavano di bloccare l'accesso dei ministri al Bella Center (fermata anche la ministra italiana Prestigiacomo). Anche durante la COP di questa mattina, due attivisti sono entrati in aula eludendo la sicurezza ed hanno intonato cori invocando "giustizia climatica" e ricevendo grandi applausi da parte di molti delegati (alcune TV hanno, invece, distorto la notizia facendola passare come un'invasione violenta e dannosa per il summit quella dei due attivisti!).

Grandi contestazioni questa mattina durante la COP. Vertice a rischio!


Grande bagarre questa mattina. L'ordine degli incontri è stato invertito con grande stupore dei delegati. E' iniziata prima la COP per discutere sul testo del AWG-KP, rispetto a quanto previsto (prima era prevista la discussione del testo dell'AWG-LCA). Comunque, durante la discussione degli sviluppi del Protocollo di Kyoto (KP) il Brasile ha preso la parola per dire che non è stato permesso ai suoi delegati di partecipare alla riunione. Il Chair ha risposto che sarebbe stato risolto subito il problema. TUVALU ha dichiarato il proprio punto di vista negativo sul testo che manca di riferimenti legali e temporali. Senegal ed Algeria hanno proposto l'adozione di due testi separati. Il Chair ha così dovuto sospendere la discussione per riprenderla alle 11:45. Intanto, però, è iniziata la discussione della COP dei Capi di STato, senza che, però questi abbiano avuto modo di intervenire perchè INDIA, CINA, BRASILE e molti paesi del G77 hanno subito posto all'attenzione del Presidente della COP/MOP il fatto che sia stato annullato l'incontro dell'AWG-LCA senza che nessuno fosse informato e che il testo che si è proposto di discutere non ha nulla a che vedere con quello discusso sino alle prime ore della mattina di oggi dalle parti. Hanno tutti i paesi del G77, evidenziato che questo non è un processo democratico e trasparente e che si tratta di voler cambiare le carte in tavola discutendo un testo che non è stato negoziato.

Il Presidente ha più volte ribadito che la discussione in merito bisognava rimandarla alle 13 durante la nuova sessione della COP in riferimento all'AWG-LCA ma, molti delegati hanno continuatom a ribadire come questo fatto fosse scandaloso ed improponibile in un vertice di questo tipo. Il testo proposto è quello della Danimarca (fortemente spinto dagli USA, ed appoggiato dalle Maldive che sperano in un accordo comunque visto che corrono più rischi di tutti) e non quello negoziato sino alle prime ore del mattino dai delegati. Da questo, ovviamente, è sorta la contestazione generale.

Successivamente, il Chair ha sentenziato di discuterne alle 13 e di permettere ai Presidenti di parlare.

E', dunque, ancora il testo danese a mettere a rischio l'intero summit. I PVS non ci stanno, pur ammettendo le loro buone intenzioni di raggiungere un accordo, ma a patto che si rispettino le decisioni e vi sia trasparenza nei negoziati. Aspetto che, sino ad ora, sembra non esserci stato.

La COP tarda ad iniziare - Informazioni per capire cosa accade e su cosa si discuterá

Tarda ad iniziare la COP prevista per oggi con i Capi di Stato. Un po' c'era da aspettarselo, visto che la riunione del AWG-LCA iniziata ieri si é conclusa alle 4 di questa mattina, con molte delegazioni ancora preoccupate per la mancanza di un accordo sul testo da presentare. Il Chair della AWG-LCA (sulla cooperazione a lungo termine) ieri, ha dichiarato che un nuovo paragrafo da parte dei paesi con economie in via di transizione é stato aggiunto alla prima bozza di testo ed ha inviato gli USA ad esprimersi in merito. Gli Stati Uniti in emrito alla mitigazione da parte dei paesi sviluppati, hanno richiesto di inserire tra parentesi quadre la quota aggregata di riduzione di emissioni e di inserire (sempre tra parentesi) l'opzione X ed una nota che spiegasse che X é "uguale alla somma delle riduzioni delle parti". Inoltre gli USA hanno sottolineato la necessitá della formulazione di un nuovo accordo che sia sostanzialmente differente dal Protocollo di Kyoto, basato su una struttura dal basso verso l'alto e migliorata "in casa". Sulla mitigazione da parte dei paesi in via di sviluppo gli USA hanno proposto di inserire tra parentesi quadre l'intero paragrafo, indicandolo come "Opzione 1". Inoltre hanno chiesto l'inserimento di un'"Opzione 2" che consita in "alternative suggerite dalle Parti" evidenziado che questo dimostra chiaramente il modo differente di pensare a questi problemi e la necessitá di una fondamentale revisione".
Il Sudan, a nome del G77/Cina ha suggerito di inserire tra parentesi quadre la parte dei meccanismi finanziari, in particolare quella riguardante gli aiuti a breve termine da parte dei paesi sviluppati. Il Chair ha concluso dicendo che le parti avrebbero potuto proseguire la discussione durante la COP.

Il Chair ha poi, nel pomeriggio, presentato una serie di nuovi testi tra cui la versione aggiornata del documento da presentare alla COP, in cui ha inserito aspetti come: i meccanismi per le azioni di mitigazione nazionale (NAMAs), il REDD-plus, vari aspeti per migliorare le misure di mitigazione ed azioni concrete e settoriali in agricoltura.

L'UE ha chiesto, peró, come mai il documento manchi di indicazioni temporali che definiscano le scadenze degli impegni di riduzione delle emissioni, dichiarando che "l'intento del testo non deve essere quello di piazzare mecchanismi qua e lá ma, di individuare vincoli temporali e legali per le Parti".

Il Chair, dopo molti interventi dei delegati, ha risposto seccato che "abbiamo avuto due anni per migliorare il testo, ora é tempo di finire" ed ha invitato le parti a porre le loro osservazioni alla COP.

L'AWG-KP (sullo sviluppo del Protocollo di Kyoto) si é conclusa presto, ieri mattina, ma con assoluto concerno da parte di molti delegati sulla mancanza di aspetti fondamentali nel testo. India, G77 e Cina hanno chiesto di poter proseguire i lavori sul testo in maniera parallela alla COP prevista per oggi.

Restano dunque moltissimi nodi da sciogliere: impegni dei paesi ricchi sulla riduzione a 1,5C o 2C, ed a 350 ppm o a 450pm di CO2eq.; impegni finanziari verso i paesi in via di sviluppo; ruolo dei paesi emergenti (Cina, Brasile ed India, su tutti); formulazione di un nuovo trattato (con l'inclusione di impegni di riduzione per i paesi emergenti), miglioramento del Protocollo di Kyoto (con impegni vincolanti solo per i Developed Countries) o addirittura, due testi paralleli (uno sino al 2012 e l'altro per il post 2012).

Di tutto ció si occuperá la COP di Alto Livello con i Presidenti ed i Primi Ministri, da oggi sino a venerdí, sempre che, visto l'andazzo, decidano di inziare a discutere (alle ore 11, ancora pochi delegati in aula). Il mondo li osserva con grande apprensione e forse, giá, un po' di rabbia!


sintesi ed approfondimenti a cura di Roberto Cazzolla

Inizia il Vertice di "Alto livello" - Ora si decide il futuro del pianeta

Durante la conferenza stampa congiunta di ieri, il presidente della COP 15 Connie Hedegaard ed il Segretario esecutivo dell'UNFCCC Yvo de Boer hanno sottolineato il fatto che é stata raggiunta un'importante fase con il meeting di alto livello che sta per iniziare.
Ms. Hedegaard ha dichiarato che per raggiungere il successo desiderato "I ministri devono impegnarsi e focalizzare l'attenzione nelle prossime 48 ore". Mentre i Ministri hanno iniziato una sessione di duro lavoro, sempre ieri, Mr. de Boer ha puntualizzato che "c'é ancora molto da fare". I ministri sono stati consultati in tarda notte sulle questioni piú scottanti, come la riduzione dei target di emissioni, le azioni dei paesi in via di sviluppo e i sussidi finanziari a lungo termine. Il Primo ministro danese, Rasmussen, ha invitato tutti a raggiungere un ambizioso, equo ed efficiente risultato, "traducendo l'attuale momento politico in un cambiamento decisivo".

Il Segretario Generale dell'ONU, Ban Ki-Moon ha dichiarato che "oggi possiamo scrivere un futuro diverso" e dopo aver salutato positivamente l'impegno di 10 miliardi di dollari annuali che i paesi sviluppati domeranno, ha precisato "il Protocollo di Kyoto resta l'unico strumento legale che vede un impegno nella riduzione delle emissioni".

Wangari Maathai, Premio Nobel per la Pace, ha spiegato che "nessuna conferenza internazionale termina con un documento perfetto, ma c'é la necessitá di creare le basi per un terreno comune di onestá, trasparenza e responsabilitá".


Oggi, dopo la chiusura dei lavori di ieri, sono previste dalle 10:00 in poi le sessioni dei Primi ministri della COP/CMP per la discussione delle due bozze di documento degli Ad hoc Working Group (AWG).

Tuesday 15 December 2009

Riprendono i lavori dei due AWG - Intanto arrivano le celebritá

Dopo il ritorno dei delegati africani dell'African Group e quelli delle piccole isole e del G77/Cina che li avevano appoggiati, il vertice é ripreso regolarmente. Sono previsti per oggi i nuovi incontri dei due Ad hoc Working Group (AWG-LCA, AWG-KP) che definiranno meglio le strategie del post-Kyoto.
Intanto, stanno arrivando a Copenaghen i Primi Ministri e le "celebritá", come Al Gore ed il principe Carlo per prendere parte all'high level meeting che si svolgerá dal 16 al 18 dicembre e che definirá i dettagli della conferenza.

Monday 14 December 2009

Il Gruppo dell'Africa riprende i lavori dopo lo strappo di questa mattina

L'unione degli stati africani è rientrata nel vertice. Dopo che molti delegati avevano lasciato i due Working group in mattinata, la mediazione del Presidente della COP Heddegard li ha convinti a rientrare ed a continuare a partecipare ai lavori. Sarebbe stato davvero un duro colpo all'intero processo se i delegati africani avessero abbandonato del tutto il summit. Molto probabilmente si è trattato di una forte azione per far capire le intenzioni serie a non negoziare sulla loro vita e sul loro ambiente, per secoli defraudato e distrutto dal mondo occidentale.

L'Africa blocca il vertice: non si va avanti se i ricchi non si assumono le loro responsabilitá

La riunione dei delegati convocata per le 10:30 di questa mattina é stata annullata dopo le proteste dei Paesi africani. Un gran numero di delegati africani hanno espresso le loro preoccupazioni ed agito insieme per fermare i negoziati. Secondo il loro punto di vista c'é l'interesse dei paesi ricchi (USA in testa) di riformulare il trattato per evitare, ancora una volta impegni concreti e rimettere tutti in gioco, anche se i paesi che entrerebbero nella nuova formula della "Convenzione di Copenaghen" sono piú poveri, quelli che nei secoli sono stati sfrutttati per le loro risorse naturali e che rischiano maggiormente a causa dei cambiamenti del clima.

Secondo i negoziatori africani, il Protocollo di Kyoto sta per collassare sotto i colpi dei paesi sviluppati.

L'African Group attacca le bozze negoziali

E' un duro attacco al Presidente Hedeggard ed alle bozze presentate, quello sostenuto questa mattina dall'African group, che ha definito i testi come la conferma della volonta di distruzione del Protocollo di Kyoto. "Basti guardare - hanno dichiarato i rappresentanti della dellegazione africana - il programma di oggi dove sono riportati i temi di discussione. Sembra che questi siano stati giá discussi ma, da chi? E' un processo realizzato senza un adeguato confronto. Se giá il Protocollo di Kyoyo ha impiegato 7 anni ad entrare in vigore, mettendo in piedi un nuovo accordo quanti altri anni serviranno perché possa diventare effettivo?". Ai Paesi africani non va giú la decisione dei paesi sviluppati di proporre un nuovo accordo. "In questo modo - dicono - si manda all'aria il Bali Action Plan". Grande sostegno hanno ricevuto le parole dei delegati da parte degli altri paesi africani in sala. Molti hanno tenuto a sottolineare che questa é la posizione dell'Africa unita e che tutti sono qui per far valere le idee dei loro ottimi negoziatori e dei loro ministri, che non sono disposti a cedere ai ricatti dei paesi ricchi.

Oggi discussione delle bozze - Il Presidente convoca le delegazioni

Sono state convocate per le 11:30 le delegazioni per una consultazione informale, tenuta dal Presidente Hedeggard della COP15, in merito alle bozze proposte negli scorsi giorni dai due Ad Hoc Working Group (AWG). Si discuterá in particolare di:

  • obiettivi di riduzione delle emissioni a lungo termine (livelli di riduzione, raggiungimento degli obiettivi)
  • aspetti riguardanti la mitigazione dei paesi sviluppati
  • aspetti riguardanti la mitigazione dei paesi in via di sviluppo
  • il ruolo del mercato dei crediti nel raggiungimento degli obiettivi
  • l'assicurazione delle finanze pubbliche per l'adattamento

Previste per oggi, anche le conferenze stampa del G77/Cina (14:00), dell'UE (14:00) e dell'Australia (19:30).

Annunciate le presentazioni di IUCN (11:30), WWF (13:00) ed Africa Group (10:00).


Alle 16:30 é previsto il briefing del Presidente della COP con la societá civile.

Per seguire i meeting http://www.unfccc.int/ (servizio webcasting).

Sunday 13 December 2009

La lunga giornata delle manifestazioni - Domani inizia la negoziazione dei Primi Ministri

Oggi è la giornata delle riflessioni. Si riflette sulle tante iniziative organizzate ieri. A Copenaghen è stata incredibile la partecipazione alla sfilata che partita dalla piazza del Parlamento ha raggiunto il Bella Center (sede del summit). Centinaia di associazioni, decine di migliaia di persone hanno manifestato pacificamente per spingere i leader mondiali a prendere inziative serie per fronteggiare i cambiamenti climatici. Nonostante TV e giornali hanno riportato di scontri e cariche della polizia, la manifestazione si è svolta tranquillamente e solo un gruppo di circa settanta persone (cosiddettì BlackBlock) hanno lanciato sassi contro le forze dell'ordine che hanno fermato e trattenuto alcuni manifestanti (la maggior parte sono stati rilasciati nella giornata di ieri e rimpatriati). In serata si è svolta la fiaccolata con Desmon Tutu, premio Nobel per la Pace, come organizzatore.
Anche in Italia la manifestazione 100 piazze per il clima promossa da La Rete della Vita, che ha visto la partecipazione di numerose associazioni, ha avuto un grande successo. In più di 200 piazze sparse per la penisola sono stati organizzati banchetti, mercatini, spettacoli, cortei, etc. Centro focale, Piazza Farnese a Roma, dove il mondo ambientalista ed i cittadini si sono ritrovati per dar vita ad una grande iniziativa in contemporanea nazionale.


Molti delegati hanno seguito sugli schermi del Bella Center le manifestazioni in tutto il mondo e molti si sono detti rincuorati dall'attenzione dimostrata dalla gente per la problematica.
Intanto, continuano ad arrivare i Ministri che nei prossimi cinque giorni (quelli definiti High level) negozieranno le tanto discusse bozze di testo proposte dai due Ad hoc working group (l'UE ha espresso le maggiori preoccupazioni, soprattutto in merito alla mancanza, all'interno delle bozze, di vincoli legali, di impegni economici e di fondi per l'adattamento). In pratica, si tratterà di stabilire quali, tra le varie voci inserite nella bozza all'interno di parentesi quadre [x], dovranno essere confermate nel testo finale. Un gioco di cifre, virgole e punti che potrebbe risultare decisivo per la lotta al global warming. I punti salienti sono:

  • riduzione del [20], [30], [50] % delle emissioni di gas serra globali rispetto ai livelli del 1990 per i paesi sviluppati, al 2020 (probabilmente ci si accorderà sul 35%;
  • riduzione del [50], [75], [90] o più % delle emissioni (sempre rispetto al 1990), al 2050 (questo punto sarà molto dibattuto, soprattutto perchè l'obiettivo a lungo termine viene visto da molti come "non rilevante per le proprie iniziative politiche interne", visto che nel 2050 molti degli attuali negoziatori non saranno sulla Terra);
  • adozione di un nuovo testo, proposto come "Convenzione di Copenaghen" o sviluppo di un Protocollo di Kyoto FASE2 (con l'inserimento degli USA ed impegni vincolanti per i PVS. E' stata avanzata l'ipotesi, molto probabile, che si possano approvare entrambi i testi, con il Protocollo di Kyoto 2 valido sino al 2012 e la nuova convenzione dal post-2012);
  • restano, invece, ancora aperte le opzioni per i PVS che vanno da una [riduzione del x% delle emissioni entro il 2020 e, nuovo target per il 2050], a [un'impegno nella riduzione, nel controllo e nel conteggio delle emissioni dei GHG] (ovviamente è questo il vero bandolo della matassa, sul quale ci saranno le discussioni più rilevanti, difficile qualunque previsione. Cina, India e G77 spingono per "nessun vincolo per loro e Protocollo di Kyoto2 per i paesi sviluppati", gli altri - compresa la confederazione delle piccole isole - spingono, invece, per un nuovo accordo che possa far rientrare i paesi emergenti nei vincoli legali, altrimenti, gli USA in primis, tenteranno di realizzare un nulla di fatto, cioè un mero accordo politico, legalmente non vincolante).

Saturday 12 December 2009

Oggi è il giorno delle Manifestazioni - Proposte le bozze dei nuovi possibili accordi

E' il giorno della manifestazioni, sia a Copenaghen che nelle altre città del mondo (in tutta Italia è in corso la manifestazione 100piazze per il clima [http://www.100piazze.it/] proposta da La Rete della Vita con una lettera agli italiani ed ai movimenti ambientalisti qualche settimana fa e che vede oggi impegnate decine di associazioni con banchetti, mostre, mercatini, etc.). Nella capitale danese sono già stati fermati 70 attivisti e sono previsti per oggi numerosi cortei ed in serata un sit-in con candele per "suonare la sveglia" ai capi di stato ed "accendere i loro animi".

Il Bella Center, sede del vertice, è blindato con restrizione a soli 1500 delegati autorizzati ad entrare. Intanto sono state ufficializzate le bozze dei due Ad hoc Working Group (AWG-LCA, AWG-KP) che saranno esaminate e negoziate dai ministri che in queste ore stanno raggiungendo la sede del veritche (i testi sono scaricabili in pdf, in inglese, sul sito http://www.unfccc.int/). In questo momento è in corso l'ultima COP/MOP prima della pausa di domani. Prevista nel pomeriggio (15:30) la riunione tra il Presidente della COP ed i ministri dei vari paesi, che sono stati convocati questa mattina con una lettera ufficiale, per discutere sullo stato dell'arte e sugli sviluppi dei prossimi giorni.

Friday 11 December 2009

La Cina: ci sentiamo coinvolti, ma i ricchi devo assumersi le loro responsabilità


Si è appena conclusa la conferenza stampa del vice ministro degli affari esteri cinesi, HE Yafi, che ha aperto con un chiaro messaggio: "Ci sentiamo coinvolti ed attivamente responsabili dei risultati della Conferenza sul Clima ma, non dobbiamo dimenticare gli impegni dei paesi ricchi come gli USA presi sotto il Protocollo di Kyoto". Alle domande di alcuni giornalisti, il vice-ministro ha tenuto a precisare: "La Cina farà la propria parte nel negoziato. Il nostro obiettivo è raggiungere un successo". Poi, ha sottolineato: "Nè il protocollo di Kyoto nè il Bali Action Plan coinvolgono la Cina. Se è vero che il nostro Paese ha un pil alto, il reddito pro-capite, vista la nostra elevata popolazione, è mediamente di 300 US$. Quindi mi fa sorridere il paragone tra noi e gli Stati Uniti che, invece, sono il paese più sviluppato del mondo ed hanno una responsabilità storica sulle emissioni. I paesi in via di sviluppo non chiedono aiuti o donazioni ma, invocano quello che gli spetta di diritto ed è legalmente obbligato ai paesi occidentali. Non si tratta di donazioni, è una questione di responsabilità ed obblighi. I PVS, Cina compresa, sono vittime dei mutamenti climatici e dello sfruttamento subito per secoli. Prima di Kyoto il 20% della popolazione mondiale emetteva l'80% di CO2. Tra Kyoto e Bali il 90% dell'inquinamento era dovuto ai Paesi sviluppati. La Cina entra in gioco solo ora". Per ultimo, rispondendo ad un giornalista che chiedeva il parere della Cina alla notizia di pochi minuti fa del contributo di 7 miliardi di Euro promesso dell'UE, Yafi ha risposto: "E' una buona notizia ed un buon contributo ma, senza la partecipazione degli altri servirà a poco".

Resta, pertanto, il tiramolla Cina-USA. Sembra che l'unico spiraglio per un accordo possa essere un impegno vincolante degli USA (spinto dalla, recentemente riscoperta, possibilità dell'EPA di impugnare, sorpassando il giudizio del Senato Americano, l'Energy Act and Emission Bill, aprendo di fatto la possibilità ad Obama di aderire al Protocollo di Kyoto). A quel punto la Cina ed i nuovi ex-PSV in forte crescita, potrebbero accettare accordi più stringenti ed almeno un controllo delle loro emissioni. Sempre che i contributi per la mitigazione e l'adattamento siano sufficienti. La storia non può essere negata. La responsabilità della salvezza del Pianeta è di tutti. Un compromesso ragionevole potrebbe essere l'unica speranza.

L'UE promette 7,2 miliardi di Euro per aiutare i paesi in via di sviluppo

Durante la conferenza stampa appena conclusasi, il primo ministro svedese, Fredrik Reinfeldt e rappresentante in carica dell'Unione Europea, ha annunciato che i 27 Paesi membri della Comunità Europea sosterranno con 7,2 miliardi di Euro (per il periodo 2012-2015) i Paesi in via di sviluppo per far fronte ai mutamenti climatici. Con questo contributo l'UE spera di smuovere dallo stallo il vertice in corso e di ammorbidire la posizione del G77 (Gruppo dei 77 paesi in via di sviluppo e Cina), che sino ad ora hanno mostrato grande scetticismo nei confronti delle promesse e la volontà di non cedere su nessuna loro decisione. I PVS avevano chiesto un contributo di 200 miliardi di dollari ai Paesi ricchi per riparare i danni delle loro politiche scorrette subite negli ultimi secoli. L'UE ha voluto, come spesso accaduto durante i negoziati sul clima, fare la prima mossa e dare l'esempio agli altri "grandi" (USA, Australia, Giappone), affinchè anche loro assicurino fondi ai PSV.

Dopo tale annuncio dell'UE si attende la risposta del G77 e della Cina, la cui conferenza stampa tenuta dal vice ministro degli Affari Esteri, HE Yafei, è in corso in questo momento.

Oggi riunioni informali - Attesa la conferenza di Cina, G77 ed UE

Previste per oggi le riunioni dei gruppi informali. Il CMP (cioé la Conferenza delle Parti di supporto al Meeting delle Parti del Protocollo di Kyoto) discuterá di Fondi per l'Adattamento; l'Ad hoc Working Group (AWG-KP) si riunirá in mattinata per parlare di conseguenze potenziali; il Subsidiary Body (SBI) alle 11:30 si riunirá per discutere di inventari nazionali dei gas serra: mentre, il SBSTA (l'organo ssussidiario per le tecnologie e le scienze) tratterá la fondamentale questione della riduzione delle emissioni derivanti dalla deforestazione nei paesi in via di sviluppo (15:00-16:30).

Molto attese,anche oggi, le conferenze stampa di Cina, Gruppo dei 77, Unione Europea, Gruppo Africano ed IUCN (Ecosystem-based adaptation).

Thursday 10 December 2009

Nuova conferenza stampa del G77/Cina: Obama deve sottoscrivere il Protocollo di Kyoto

Alla conferenza stampa di questo pomeriggio il rappresentante del G77/Cina, il sudanese Lumumba (nella foto) e la consulente del gruppo dei paesi in via di sviluppo Bernarditas de Muller, si sono mostrati ancora piú decisi ad affermare la loro posizione all'interno del vertice.
Si sono soffermati in particolare su due punti salienti: il ruolo di Obama ed i meccanismi finanziari. "Obama - hanno fermamente evidenziato - é il rappresentante di entrambi i mondi, sviluppati ed in via di sviluppo. Gli Stati Uniti devono sottoscrivere il protocollo di Kyoto, per raggiungere la pace globale e la sicurezza che senza gli USA non sarebbe possibile. Gli USA hanno combattuto molte battaglie globali e le hanno vinte ora, che hanno la responsabilitá storica delle emissioni, non possono continuare ad esitare. E' solo una perdita di tempo pensare a riformulare un nuovo accordo piuttosto che sottoscrivere quello giá esistente". La seconda questione al centro della conferenza odierna riguardava i meccanismi finanziari "che non possono essere ignorati. Non ci si spiega come gli USA abbiano speso miliardi di dollari per salvare la loro economia e non investire quei 2 miliardi di dollari che servirebbero per far fronte ai mutamenti climatici. I due gradi indicati come soglia - hanno ribadito - sono per l'Africa un livello giá disastroso. Obama ha dichiarato che il mondo ha sufficienti risorse per far fronte al global warming ma, non si puó continuare ad investire in progetti CDM che diminuiscono le emissioni nei paesi piú poveri e permettono a quelli ricchi di continuare ad inquinare e crescere".

Sospesa la CMP - Informazioni per capire cosa accade - Chinagate

Il presidente della COP15 Hedegaard, ha sospeso la CMP in corso questa mattina, come avvenuto ieri per la sessione della


Conferenza delle Parti, per decidere in merito all'opposizione di Tuvalu ed altri sull'emendamento al protocollo di Kyoto. Per poter comprendere ció che si sta delineando é necessario ricordare quanto accaduto ieri. Dopo aver annunciato la disponibilitá data dal Messico di ospitare la prossima COP (16) ed aver ricevuto la secca risposta dell'Arabia Saudita che chiedeva di pensare all'oggi e non al domani, la presidentessa della COP ha ricevuto le dure proteste su quello che puó essere definito un Chinagate. I funzionari cinesi hanno dichiarato che é stato vietato al loro ministro di prendere parte alla conferenza e gli e stato immotivatamente ritirato il badge. Il Segretario esecutivo dell'UNFCCC Yvo de Boer ha dichiarato di investigare sulla vicenda. Il mistero resta.
Ma la sospensione avvenuta oggi, sulla scorta di quanto accaduto ieri, puó essere spiegata dalla proposta di Australia, Costa Rica, Tuvalu ed USA di adottare un nuovo protocollo dal nome "Protocollo di Copenaghen", che non sostituisca ma implementi quello di Kyoto inserendo responsabilitá e limiti di emissioni anche per i paesi in via di sviluppo e fissi sotto gli 1,5´C di innalzamento delle temperature e le 350 ppm, le soglie di sicurezza da non superare. Alla proposta si sono subito opposti la Cina, l'India, l'Arabia Saudita ed il Sud Africa che sono gli stati che maggiormente sarebbero vincolati a diminuire le loro emissioni in caso di approvazione di un nuovo testo. La loro posizione é di mantenere in vita il Protocollo di Kyoto.
JI Sempre nella seduta di ieri sui meccanismi flessibili, il Sud Africa ha sottolineato il fatto che i fondi per l'adattamento dei PVS (Joint implementation) debbano giungere solo dai CDM e non da altre fonti terze.
CDM La Cina ha contestato la decisione dell'Executive Board del CDM di sospendere i progetti eolici dello stato orientale perché definiti "inaffidabili" e "non trasparenti" ed ha chiesto che vengano eliminati dai progetti di Clean Development Mechanism.

Il Brasile, invece, ha dichiarato di non ritenere opportuni inserire i progetti di Carbon Capture and Storage (CCS) all'intenro dei CDM. Mentre, l'UE si é opposta all'inclusione della riforestazione all'interno del REDD ed ha chiesto che la gestione forestale venga inclusa nel nuovo REDD+.

FONDI DI ADATTAMENTO L'Associazione internazionale per l'agricoltura ha chiesto di essere inserita tra i beneficiari dei fondi in quanto, il settore agricolo puó essere utile per l'adattamento. Anche il Forum delle popolazioni indigene ha chiesto di essere inserito.

MITIGAZIONE (RIDUZIONE DELLE EMISSIONI) Molti stati hanno supportato la posizione della Federazione Russa di costruire una cornice legale alla riduzione delle emissioni. Il G77 e la Cina hanno invocato, invece, gli stati sviluppati ad un maggior impegno viste le responsabilitá assunte sotto il Protocollo di Kyoto. L'UE invece, continua a fare la parte del leone, dichiarando di voler assumere l'impegno del 30% di riduzione al 2020 (rispetto alle emissioni del 1990) e chiede un impegno globale per raggiunger quella soglia di riduzione tra il 25-40% a livello globale entro il 2020 come chiesto dall'IPCC.

Tuvalu e le ONG chiedono maggiori impegni

Al termine della negoziazione sugli emendamenti al protocollo di Kyoto, in corso, lo stato dell'isola di Tuvalu (che ieri aveva ricevuto l'appoggio delle ONG come simbolo di ció che i mutamenti climatici rischiano di cancellare) ed alcuni rappresentanti di associazioni hanno manifestato la richiesta di uno sforzo maggiore per un piú forte accordo che protegga quegli stati che rischiano di scomparire per sempre ed i paesi che stanno giá subendo i danni del Global Warming.

I PVS decisi a far valere i loro diritti durante la CMP - I due blocchi si delinenano



Il Burundi, il Sudan e l'intero gruppo africano sta chiedendo a gran voce ed all'unanimitá di tutelare gli interessi delle popolazioni piú povere del mondo e di prendere in maggior considerazione i diritti dei PVS negli emendamenti al Protocollo di Kyoto. Ribadiscono fermamente che la posizione di Egitto, Cina, Sud Africa non puó essere uguale alla loro perché i PVS non possono essere associati a quelle economie in rapido sviluppo. I PVS, ribadiscono, sono quelli che subiranno maggiormente i danni dei mutamenti climatici e non possono pagare lo stesso prezzo di quelli che sino ad ora hanno inquinato.

Si stanno cosí formalmente delineando i due blocchi previsti: da un lato i PVS (Cina ed India inclusi) che chiedono di manetenere intatto il Protocollo di Kyoto che obbliga i Paesi ricchi a pagare il maggior prezzo per combattere i mutamenti climatici e dall'altro quegli Stati (US, Canada, Giappone, UE in parte, etc.) che spingono per un emendamento (addirittura una cancellazione) ed una nuova riformulazione di un accordo globale che includa anche i PVS ed imponga loro limiti di emissioni.

Papua Nuova Guinea, ha chiesto di inserire un nuovo rafforzamento della tutela delle foreste e del conteggio delle emissioni nel Protocollo di Kyoto.

La COP e la CMP in corso

Sono in corso la CMP (Conference of the Parties serving as the meeting of the Parties to the Kyoto Protocol) che sta discutendo di fondi per l'adattamento e di emendamenti sui meccanismi del protocollo di Kyoto e la COP, che discute sempre di emendamenti ai meccanismi di Kyoto.

Si riuniscono nel primo pomeriggio i gruppi ad hoc AWG-KP e CMP, SBI.

Intanto, oggi sono previste le nuove conferenze stampa del G77 e Cina e del Gruppo Africano.

Clima e consumo di carne: l'appello di VivereVegan

Il vegetarismo è oggi necessario, oltre che per la salvezza degli animali, anche per la preservazione dell’intero pianeta e la liberazione dalla fame di tutti gli sfruttati del terzo mondo.

SAPEVI CHE


IL 70% delle terre coltivate viene utilizzato per nutrire gli animali da allevamento?
Il 50% dell’acqua potabile dell’intero pianeta viene usata per gli allevamenti?
1/3 del petrolio e delle materie prime viene bruciato nel ciclo produttivo della carne(agricolo-allevamento-lavorazione-distribuzione)?
Il 50% dell’inquinamento e dell’effetto serra è causato dalle deiezioni degli animali da allevamento?
Nessuna attività umana contribuisce in modo così determinante alla distruzione di foreste per far posto agli allevamenti .
Per produrre 1 Kg di carne servono dai 10 ai 25 Kg di alimenti vegetali che potrebbero sfamare miliardi di esseri umani!
Oltre il 90% dei cereali e della soia prodotti nei paese del terzo mondo viene esportato negli allevamenti di USA, Canada, Europa e Giappone per essere
trasformato in carne per gli occidentali!
Per questo da decenni gli sfruttati africani, asiatici e dell’America Latina soffrono e muoiono per denutrizione al ritmo di 40.000 persone al giorno, mentre gli occidentali soffrono e muoiono per le malattie cardiovascolari causate dal mangiar carne.
Questo sistema produce enormi profitti alle multinazionali alimentari e chimico-farmaceutiche.
Ma è un sistema autodistruttivo basato sullo sperpero delle risorse del pianeta e sullo sfruttamento dei paesi più poveri.
Centinaia di animali ogni giorno vengono uccisi barbaramente.

PENSACI

Tu puoi colpire direttamente gli interessi delle multinazionali.
Scegliendo di non essere più complice di chi persegue questa politica di sfruttamento e di morte degli animali, degli uomini e del pianeta!
La tua solidarietà umanitaria e animalista comincia a tavola.

FAI UNA SCELTA DI CIVILTA’, PER TE, PER GLI ANIMALI, PER IL PIANETA, PER LE POPOLAZIONI DEL TERZO MONDO.
SCEGLI DI ESSERE VEG.

http://www.viverevegan.org/ - http://www.consumoconsapevole.org/

Gli USA, tra speranze ed accuse


E'stato accolto tra gli applausi l'arrivo ieri del delegato speciale per gli USA sul Climate Change, Todd Stern che in una conferenza stampa non ha esitato a ribadire il ruolo della Cina come fondamentale per le decisioni degli USA. "Loro hanno le maggiori emissioni e sono in rapido sviluppo. Entrambi dobbiamo fare la propria parte". Sulle posizioni americane rafforzate dalla leadership ambientalista di
Obama ha dichiarato sarcasticamente "l'ovazione al mio arrivo é stata piacevole ma bisogna esultare per i risultati e non per le promesse".

Wednesday 9 December 2009

Dure accuse al testo danese da parte del G77/China


Sono state durissime le opposizioni al testo danese circolato la scorsa sera, da parte del gruppo dei paesi emergenti ed in via di sviluppo G77/China che in una conferenza stampa di questo pomeriggio hanno aspramente attaccato il documento, definendolo "estremamente disastroso per i paesi in via di sviluppo; una palese violazione dei principi di trasparenza" e ribadito come sia solo l'UNFCCC "l'unica entità autorizzata a discutere sulle questioni che riguardano il clima e le decisioni della convention". Il rappresentante dei G77,Lumamba (nella foto, a sinistra) ha sottolineato come "il documento provenga dal tavolo del primo ministro danese e non da quello del Presidente della COP. L'intento - ha continuato - è quello di negare la responsabilità storica dei paesi industrializzati ed infrangere il principio delle comuni ma differenziate responsabilità".
Rispondendo ad alcune domande poste dai giornalisti presenti, Lumumba ha dichiarato che "la fine del multilateralismo in sede negoziale può essere vista come l'ambizione e gli interessi del primo ministro danese che vuole a tutti i costi un successo del negoziato per il suo prestigio politico". "Ma la negoziazione non deve fermarsi - ha concluso - Discuteremo sino all'ultimo secondo del summit perchè si possa raggiungere un accordo equo. I due gradi di innalzamento delle temperature, considerati un ragionevole aumento dai paesi sviluppati, sarebbero già disastrosi per l'Africa. Non ci sono dati scientifici che questo limite sia quello di sicurezza. Questo è solo un limite di costi-benefici".

Grandi manifestazioni oggi all'esterno del vertice


Oggi è il giorno delle inziative dei gruppi che affollano gli spazi fuori dal verice. All'esterno del vertice attivisti di ActionAid vestiti sul modello Michael Jackson, hanno protestato chiedendo più aiuti ai paesi poveri. Altri gruppi hanno manifestato mascherati e con triscioni.
La protesta più interessante è apparsa quella dei un gruppo Vegan che ha chiesto di ridurre il consumo di carne (seguendo l'appello della scorsa settimana di Paul McCarty e Pachauri) per ridurre le emissioni di gas serra (secondo un recente studio ammonterebbero ad quasi il 51% di tutte le emissioni globali).
Anche alcuni rappresentanti dei gruppi indigeni (nella foto) hanno manifestato chiedendo di essere presi in considerazione durante le trattative.
In Italia, stamattina, attivisti di Greenpeace si sono arrampicati sul Colosseo a Roma ed hanno aperto uno striscione che invocava un accordo vincolante, ora!
Nella stazione Termini di Roma ed in altri luoghi centrali, intanto, sono stati distribuiti manifesti per richiamare alla partecipazione alla manifestazione del 12 dicembre "100 piazze per il clima".

I Paesi invia di sviluppo si oppongono alla bozza danese


Sono state dure le contestazioni di questa mattina dei rappresentanti dei paesi in via di sviluppo (PVS) che hanno contestato la bozza di un nuovo accordo circolata ieri sera ed attribuita a fonti danesi. Secondo questa sarebbe necessario spostare le responsabilità del trattato dall'ONU ai Paesi ricchi ed affidare loro la strategia d'interento. Tale sopraffazione non ha, ovviamente, trovato d'accordo i PVS che hanno duramente contestato la bozza, rea "di scavalcare ancora una volta Paesi che già hanno subito i soprusi dell'Occidente".
Intanto si fanno più acuti i contrasti tra i paesi del blocco del G77 più Cina e le delegazioni "dei ricchi", come le definiscono. E' la delegata rappresentante del blocco dei PSV, Bernarditas de Muller (nella foto), ad attaccare agguerrita i più ricchi accusandoli di voler far ricadere sugli stati già defraudati nei secoli scorsi, identici costi che dovranno sostenere i predoni, dimenticando quanto gli stati poveri abbiano subito in passato e quali maggiori pericoli corrono per i mutamenti del clima. Ma parte della giusta opposizione del G77 è dovuta alla posizione della Cina che, continuando ad associarsi ai PVS pur non essendolo ormai da anni, vorrebbe far passare la posizione dei più poveri per poter figurare anche lei all'interno di "chi non deve ridurre perchè storicamente danneggiata". Tale posizione apre seri contrasti e giustifica probabilmente l'annullamento della conferenza stampa di ieri.
Per tentare di calmare gli animi, è trapelata la notizia che domani e dopodomani l'UE potrebbe approvare un provvedimento per destinare ai PVS 2 miliardi di euro per due anni (2010-2012) per le strategie di adattamento. Un tentativo, forse, di ripristinare la serenità in un vertiche che è già ai ferri corti. Purtroppo anche tra gli stati europei c'è chi (Italia, Polonia e blocco dell'Est) non vuole sentire parlare di contributi concreti. Si attendono sviluppi.

Si riunisce oggi per la seconda volta la COP


Si riunisce oggi per la seconda volta la COP e la Conference of the Parties serving as the meeting of the Parties to the Kyoto Protocol (CMP). Quest'ultima discuterà di JI Joint implementation e CDM Clean Development Mechanism, i due strumenti per bilanciare le emissioni di CO2 previste da Kyoto e coinvolgere i paesi in via di sviluppo. Si discuterà anche di fondi per l'adattamento. Intanto non si è ancora risolto il mistero della cancellazione improvvisa della conferenza stampa della Delegazione Cinese. Ieri sembra sia circolata informalmente una nuova bozza della proposta danese al piano mentre l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (EPA) degli USA ufficializzava l'inserimento dei GHG fra i gas nocivi nella legislazione americana, confermando di fatto l'impossibilità di ignorare ulteriormente il problema.

Tuesday 8 December 2009

Annullata anche la conferenza stampa del G77/Cina

Dopo quella della Cina è stata annullata anche la conferenza stampa del gruppo dei paesi emergenti G77/China. Le motivazioni non sono state ufficializzate. Perplessità per queste cancellazioni dell'ultimo minuto si riscontrano tra i partecipanti alla conferenza.

E' stato presentato questa mattina il nuovo rapporto dell'IUCN


E' stato presentato, come evento laterale, questa mattina il nuovo dossier della commissione per le aree protette del mondo (WCPA) dell'IUCN (International Union for Conservation of Nature) dal titolo "Natural Solutions: Protected Areas helping people cope with Climate Change". Oltre al rappresentante dell'IUCN-WCPA Trevor Sandwith erano presenti alla conferenza stampa anche Veerle van der Weerd (UNDP Head of Environment); Ian Noble (World Bank Climate Change lead); Gordon Shepherd (WWF-International) e Ninni Ikkala (IUCN Climate Change co-ordinator). Lo studio enfatizza l'importanza delle aree protette come aree di stoccaggio del carbonio, di tutela della biodiversità e di adattamento in relazione agli effetti dei mutamenti del clima.

La Cina cancella la conferenza stampa prevista

E' stata inaspettatamente cancellata la conferenza stampa della delegazione cinese prevista per le 15:00. Le ragioni dell'annullamento ancora non si conoscono. Maggiori dettagli saranno forniti successivamente.

SBSTA: un nuovo piano per ridurre la deforestazione


E' in corso la discussione del SBSA (Subsidiary Body for Scientific and Technolocial Advice) che tra gli argomenti del giorno in agenda vede: adattamento e deforestazione In questo momento è in corso il dibattito sul REDD e l'invito dei delegati dell'IPCC e del CDB (Convention on Biological Diversity)è verso un nuovo REDD+ che incrementi le capacità di combattere la deforestazione ed includa nelle scelte decisionali le popolazioni indigene. Il più grosso nodo da superare sarà quello dell'inserimento delle piantagioni (soprattutto quelle di palma da olio) all'interno degli stock di carbonio, che significherebbe continuare a permettere la deforestazione e consentire la distruzione delle foreste primarie per favorire la monocoltura.

La COP ed il SBSTA oggi al lavoro: il dopo Kyoto e la deforestazione


Si riunisce oggi per la seconda volta la plenaria delle delegazioni della Conferenza delle Parti (10:00-13:00) per discutere su come implementare il protocollo di Kyoto. In particolare i funzionari degli Stati partecipanti discuteranno su come migliorare l'inventario statale dei gas climalteranti, dei meccanismi finanziari per il post-Kyoto e della comunicazione degli stati inseriti nell'allegato I e non della convenzione. Parallelamente (10:00-13:00) si riuniranno gli esperti del SBSTA (Subsidiary Body for Scientific and Technlogical Advice) per discutere su: trasferimento di tecnologie ai paesi in via di sviluppo; impatto, vulnerabilità ed adattamento ai mutamenti climatici; strategie per ridurre la deforestazione nei paesi in via di sviluppo; ricerche e sitematiche osservazioni e metodologie per lo stoccaggio dell'anidride carbonica (tra cui quelle della cattura sotterranea). Tra le sessioni parallele, molto attesi sono gli interventi del G77 e della Cina e del Gruppo AWG dell'Africa (9:00 e 14:00 ora locale).

Monday 7 December 2009

Nominato il Presidente della Conferenza - Rasmussen e Pachauri: agire ora!


E' stata nominata in questa prima giornata di formalità del vertice sul clima la presidentessa della Conferenza delle Parti. E' Ms. Connie Hedegaard (nella foto). Il suo discorso di apertura è un chiaro messaggio a tutti i delegati: abbiamo rimandato già troppi fondamentali appuntamenti, ora dobbiamo concretizzare gli interventi per restare sotto l'innalzamento di 2°C di temperatura. E' giunta l'ora di aprire le porte all'Era delle basse emissioni di carbonio - ha aggiunto il ministro dell'Ambiente e dell'Energia danese, Connie Hedegaard, nel suo intervento di apertura dei lavori del summit di Copenhagen.
"Bisogna saper vedere oltre i propri interessi particolari, e operare in nome di ''costruttivita' e impegno'', adottando ''azioni ambiziose'', ha sentenziato, avvertendo che ''la volonta' politica non e' mai stata cosi' forte come oggi e se perdessimo questa occasione ci vorrebbero anni per tornare a questo punto''. Copenaghen e' il luogo dove assumersi responsabilita' e dove ''agire e agire subito'', per questo, ha detto, servono ''sforzi globali'' anche da parte dei paesi in via di sviluppo come ''Cina, India, Corea del Sud, Brasile, Indonesia.
Non dobbiamo scegliere fra economia e cambiamenti climatici'', ha avvertito e, alla fine dei lavori, ''dobbiamo poterci guardare negli occhi certi di aver fatto di tutto per il futuro delle prossime generazioni".

Intanto in giornata il Primo ministro danese Rasmussen, padrone di casa, ha invitato tutti a fare la propria parte "perchè il globar warming non conosce confini, non discrimina. Colpisce tutti e tutti noi siamo qui oggi perchè è nostro dovere agire".
Anche il Chair dell'IPCC, Pachauri, ha richiamato ad interventi concreti tutte le delegazioni ed ha presentato il Fourth Assessment Report (AR4) dell'IPCC, evidenziando come questo chiarisca l'inequivocabilità dei mutamenti climatici evidenti con l'innalzamento delle temperature dell'aria e degli oceani, lo scioglimento dei ghiacciai e l'innalzamento del livello dei mari. Inoltre, ha proseguito Pachauri "la maggior parte degli aumenti di temperatura osservati nel 20°Secolo sono dovuti ai gas climalteranti emessi dall'uomo".
In giornata si sono anche tenute le sessioni parallele dell'UNEP, dell'UNICEF e dell'UE.

Agenda 7 Dec 2009


Copenhagen Conference of the Parties 2009




Copenhagen, Denmark
07 December 2009


Welcoming ceremony

Speakers list:

● H.E. Mr. Lars Løkke Rasmussen
Prime Minister of Denmark

● H.E. Ms. Ritt Bjerregård
Mayor of Copenhagen

● Dr. Rajendra Kumar Pachauri
Chair, IPCC

● Mr. Yvo de Boer
Executive Secretary




Conference of the Parties (COP)



Copenhagen, Denmark
7 December 2009


1th meeting

1. Opening of the session
[Item 1 of the provisional agenda]

2. Organizational matters
[Item 2 of the provisional agenda]
(FCCC/CP/2009/1 and Add.1)

(a) Election of the President of the Conference of the Parties at its fifteenth session
[Item 2 (a) of the provisional agenda]

(b) Adoption of the rules of procedure
[Item 2 (b) of the provisional agenda]
(FCCC/CP/1996/2)
(c) Adoption of the agenda
[Item 2 (c) of the provisional agenda]
(FCCC/CP/2009/1 and Add.1)

(d) Election of officers other than the President
[Item 2 (d) of the provisional agenda]
(e) Admission of organizations as observers
[Item 2 (e) of the provisional agenda]
(FCCC/CP/2009/8/Rev.1)
(f) Organization of work, including the sessions of the subsidiary bodies
[Item 2 (f) of the provisional agenda]
(FCCC/CP/2009/1 and Add. 1)




Conference of the Parties serving as the meeting of the Parties to the Kyoto Protocol (CMP)



Copenhagen, Denmark
7 December 2009


1th meeting

1. Opening of the session
[Item 1 of the supplementary provisional agenda]

2. Organizational matters
[Item 2 of the supplementary provisional agenda]

(a) Adoption of the agenda
[Item 2 (a) of the supplementary provisional agenda]
(FCCC/KP/CMP/2009/1 and Add.1)

(b) Election of replacement officers
[Item 2 (b) of the supplementary provisional agenda]
(c) Organization of work, including the sessions of the subsidiary bodies
[Item 2 (c) of the supplementary provisional agenda]
(FCCC/KP/CMP/2009/1 and Add.1)

Inizia la Cerimonia di Apertura del Vertice di Copenaghen


E' inziata la cerimonia di apertura del vertice. E' possibile seguirla on-line in webcasting sul sito dell'UNFCCC www.unfccc.int

Vertice sul Clima di Copenaghen al via

Parte oggi il vertice sul clima di Copenaghen. Fra attese infrante e promesse ambiziose il mondo starà a guardare (ma, non solo www.100piazze.it) i 109 rappresentanti dei 192 Paesi firmatari, che avranno la grande responsabilità di decidere le sorti del mondo. Dopo il G2 deludente USA-Cina ed il blocco del G77 con i paesi emergenti guidati dall'agguerritissima diplomatica Bernaridas de Castro Muller che non sarà disposta a scendere a compromessi se i paesi sviluppati non prenderanno impegni seri e vincolanti e non concederanno aiuti per lo sviluppo di quelli più poveri. Intanto all'esterno delle Sale del Vertice, iniziano i movimenti di contrestazione e pressione. In tutto il mondo decine di manifestazioni saranno organizzate nelle piazze dai cittadini e dalle associazioni. In Italia il 12 dicembre in oltre cento piazze saranno organizzate manifestazioni, banchetti, proiezioni e mercatini per fare pressione sul Primo Ministri italiano, contestato duramente lo scorso sabato, e gli altri capi di stato a non perdere questo fondamentale appuntamento.