Sunday 27 February 2011
La foreste viste attraverso gli occhi di un orango che muore
Caccia alle balene stop del Giappone. Ecco l'AMBIENTALISMO che porta risultati, altro che le azioni simulate e di facciata di Greenpeace!
Caccia alle balene stop del Giappone
Ogni anno l'arcipelago pesca centinaia di balene in nome della 'ricerca scientifica' in Antartico, dove la caccia per scopi commerciali ai cetacei è vietata dal 1986
TOKYO - Il Giappone ha per ora sospeso il programma annuale di caccia alle balene nelle acque dell' Antartico a causa delle azioni di protesta degli ambientalisti, al punto che la flotta potrebbe anche ritornare a casa. "La nave Nisshin Maru ha sospeso le operazioni a partire dal 10 febbraio per motivi di sicurezza e stiamo studiando la situazione, non escludendo la possibilità di fermare la missione prematuramente", ha annunciato Tatsuya Nakaoku, un funzionario dell'Agenzia della pesca nipponica.
''Garantire la sicurezza è una priorità e per il momento le navi hanno sospeso la caccia a fini scientifici. Ora stiamo valutando cosa fare'', ha aggiunto il funzionario, secondo cui il rientro anticipato della flotta ''è un'opzione''. I tentativi da parte degli attivisti di Sea Shepherd, in particolare, sono diventati sempre più insistenti e causato parecchio disappunto in Giappone, uno dei tre Paesi al mondo dove la caccia ai cetacei è ufficialmente permessa per la sua ''importante tradizione culturale''.
Il Sol Levante ha introdotto il concetto di ''caccia ai fini scientifici'' per aggirare la moratoria internazionale del 1986, sostenendo di aver diritto a valutare l'impatto delle balene sull'industria della pesca. La flotta nell'Antartico, composta da un equipaggio di 180 persone su quattro navi, ha lasciato il Giappone lo scorso anno con il proposito di catturare 850 balenottere entro fine marzo.
Nello stesso periodo del 2010, tuttavia, il target raggiunto era di
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Tuesday 22 December 2009
I capodogli spiaggiati del gargano vittime della nostra ipocrisia
Sunday 20 December 2009
Ma cosa è accaduto davvero a Copenaghen?
http://www8.cop15.meta-fusion.com/kongresse/cop15/templ/play.php?id_kongressmain=1&theme=unfccc&id_kongresssession=2761
Saturday 19 December 2009
Ecco i dettagli dell'Accordo di Copenaghen. Ma, non tutti sono disposti alla firma
Il primo punto è un tetto massimo di riduzione a 2°C dell'innalzamento delle temperature medie globali ed una revisione al 2016 per un'eventuale limitazione a 1,5°C. Sul piano finanziario un impegno per i paesi sviluppati a fornire un contributo di 30 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo per le misure di adattamento, nel periodo 2010-2012. Con l'impegno di un contributo di 100 miliardi di dollari al 2020. L'impegno per i paesi sviluppati a ridurre dell'80% le emissioni al 2050, mentre gli impegni a breve termine saranono stabiliti successivamente. Le misure nazionali di mitigazione saranno sottoposte a controllo internazionale e le misure di mitigazione saranno rendicontate ogni due anni.
Buoni punti di partenza, se prevedessero misure legali e vincoli sanzionatori. Invece, nella forma di "prendiamo atto dell'Accordo di Copenaghen" (frase che ha concluso il negoziato della COP), perde della sua rilevanza.
Sono in corso ancora le dichiarazioni di alcuni delegati, a dir poco "arrabbiati". Secondo le ONG si tratta di un fallimento. L'UE lo definisce l'unico accordo possibile da prendere a Copenaghe anche se molto sotto le iniziali aspettative. Il segretario dell'UNFCCC Yvo de Boer, lo ha definito un piccolo passo in avanti anche se, si chiede, quanti paesi in via di sviluppo saranno disposti a firmare questo blando accordo?